È fine agosto – inizio settembre, il caldo estivo non dà tregua, molte zone della Sicilia sono aride, le ferula è legnosa e non scorre linfa nel suo tronco, il lentisco si riempie di piccole bacche rosse e i vitigni offrono dolci acini agli esploratori di passaggio.
È proprio in questo periodo dell’anno che gironzolando per il mercato della Pescheria insieme ai miei amici viaggiatori dello street food tour mattutino di Catania, immersi fra i fichi, le sbergie, le angurie, i meloni e i fichi d’India mi sento spesso domandare: ma questo è un lime? No, no questo è limone! Ma non può essere! Mi dicono, e invece sì, è il Verdello di Sicilia. Non è terra di lime questa.
Forzature profumate
I limoni gialli in estate non si trovano, ma non ci facciamo mancare lo stesso questo frutto fondamentale ai nostri seltz del chiosco. Vi sembrerà una forzatura! Beh, in effetti è così. Per produrre il Verdello, la pianta di limone viene sottoposta a una forzatura, ciò ci permette di avere limoni 366 giorni l’anno, sì 366 perché anche in questo bisesto funesto le bancarelle del signor Finocchiaro, di Giovanni e Melina, dei Gemelli, del signor Finicchio sono colme di profumatissimi verdelli.
La cosiddetta “forzatura” consiste nel forzare appunto artificialmente la fioritura estiva del limone, lasciando la pianta alla secca, senza acqua, per poco più di un mese, solitamente è il giorno di San Giovanni, il 24 giugno, che stabilisce la sospensione dell’irrigazione. Mio padre mi ricorda come il fiore che caratterizza questo periodo a Giarre (CT) venga chiamato proprio zagara di san Giuvanneddu. Quindi dopo più di un mese di sofferenza idrica, a fine luglio, la pianta viene all’improvviso irrigata abbondantemente con aggiunta anche di concime azotato, per spingere alla fioritura i nuovi germogli, in questo modo l’anno successivo, in piena estate, quando in teoria limoni non se ne producono, si potranno raccogliere gli abbondantissimi limoni che rimangono verdi, i Verdelli appunto. Inoltre per conservarli più a lungo c’è un trucchetto che consiste nel tagliare insieme al frutto anche il pezzetto di ramo su cui è cresciuto.
Verdelli si nasce
Questa particolare produzione si ottiene solitamente con la varietà di limone chiamato femminello ed è tipica, ma non esclusiva, delle coltivazioni della val di Noto, ovvero a sud-est dell’Etna, una zona che va dal Siracusano al Catanese, da luglio fino a ottobre il Verdello regna incontrastato. All’ingresso del paese stesso di Aci Catena, dove vivo io, si legge: benvenuti ad Aci Catena, città del limone verdello e non potevo non dedicare il mio primo articolo a questo frutto dal colore verde molto intenso, confondibile in effetti con il lime, il verdello presenta una buccia più sottile rispetto al limone giallo, è molto succoso e meno acido (a differenza del lime), quindi più dolce rispetto al tradizionale limone. Dopotutto la Sicilia è terra di agrumi, la famosa Conca d’Oro di Palermo è chiamata così proprio per il colore giallo intenso dei campi a coltivazione di limone.
Voce del verbo “scozzolare”
Quella del Verdello non è l’unica produzione forzata da cui derivano frutti un po’ tipici e un po’ insoliti. Esistono anche molti innesti e manipolazioni che vengono fatti alle piante per ottenere frutti diversi, ibridi più grossi, più succosi, con meno semi o che possono avere l’aspetto di un’anguria ma il gusto di un ananas, parliamo del curioso caso del cocomero giallo di Aragona, in provincia di Agrigento! Fra gli altri ricordiamo anche i fichi d’India di seconda fioritura, i fioroni, ma in Sicilia chiamati proprio per questo bastardoni, in questo caso grazie alla tecnica della “scozzolatura”, ovvero l’eliminazione manuale dei primi frutti di maggio/giugno, viene indotta la crescita di una seconda fruttificazione di fichi d’india che saranno più grossi, più succosi e a volte con meno semi. O ancora la noce pesca di cui molti catanesi sono ghiotti, liscia e non vellutata come la pesca, con una polpa più simile alla mela e meno filamentosa della pesca o la percoca, incrocio fra pesca e albicocca.
Liquore al Verdello. Ecco la nostra ricetta!
Insomma, a Catania e in generale in Sicilia abbiamo talmente tanti frutti e soprattutto limoni che ce li potremmo tirare addosso e fare concorrenza al Carnevale di Ivrea. Ma non ve lo consigliamo, oggi invece noi vi consigliamo di usarli per preparare un gustosissimo e freschissimo liquore al Verdello.
Gli ingredienti sono molto semplici, il segreto sta ovviamente nel tempo necessario a produrlo, circa 2 mesi:
- scorza di 6 verdelli ben puliti 5 dl di alcool a 90 gradi
- 400 gr di zucchero
- 8 dl di acqua
Procedimento
- In un recipiente mettete le scorze con l’alcool, chiudete ermeticamente e lasciate macerare per 15 giorni
- Dopo 15 gg, filtrate il liquido e preparate uno sciroppo con lo zucchero e 8 dl di acqua.
- Una volta raffreddatosi lo sciroppo miscelatelo con l’alcool; chiudete nuovamente il recipiente e conservate il preparato in luogo buio e asciutto per venti giorni.
- A questo punto filtrate il liquore, imbottigliatelo e aspettate 1 mese prima di servirlo freddo.
Buon verdello a tutti!
Agata (guida Streaty Catania)